Theo Kiefner ci ha lasciato

Il 18 marzo 2015 è morto in Germania, a Tubinga, all'età di novantun anni il teologo e storico Theo Kiefner. Molti lo hanno conosciuto perché, a partire dal 1971 e fino a quando le forze lo hanno sostenuto, una o due volte l’anno veniva e si fermava nelle nostre valli per effettuare ricerche negli archivi, particolarmente in quello del priorato di Mentoulles, accompagnato dalla moglie Maria che collaborava con lui nel trascrivere i documenti, e qui ha allacciato delle forti amicizie con don Giuseppe Trombotto e don Franco Trombotto, Bruno e Gabriella Nevache, Ezio Martin, Jean Gonnet e nella Società di studi valdesi.

Dottore di ricerca nella Facoltà protestante di teologia di Tubinga e pastore della Chiesa evangelica luterana del Württemberg, Kiefner, pur non avendo antenati provenienti dalle nostre valli aveva provato per le vicende dei valdesi un interesse legato al suo lavoro pastorale nella comunità di Nordhausen e, più tardi, in quella di Neuhengstett, entrambe di fondazione dei valdesi emigrati in Germania e formate in gran parte da loro discendenti. Ai suoi fedeli egli ha voluto restituire la loro storia e le loro radici, impegnando tutta la sua vita in una attività di studio – ha scritto Albert De Lange – “religiosamente motivata”. Nella maggior parte dei suoi libri ha citato una frase di Giosué Janavel: «Niente sia più forte della vostra fede». Gli antichi valdesi avevano subito persecuzioni, odi ed espulsioni, a causa della loro fede e, secondo Kiefner, il loro atteggiamento indicava anche la strada per gli uomini d’oggi.

Kiefner con le gigantesche ricerche di archivio svolte è diventato il maggior specialista e il principale studioso della storia dei valdesi delle nostre valli emigrati in Germania dal Seicento fino ad oggi. Su di loro ha pubblicato 629 articoli, saggi e libri, la maggior parte in lingua tedesca ma anche in francese (fra cui la preziosa biografia di Henry Arnaud, il pastore che aveva accompagnato i valdesi nel 1689-1690 durante il glorioso rientro e che poi, ritornato in Germania, era diventato il moderatore delle Chiese valdesi in Germania formate dalle colonie degli emigrati definitivi dalle nostre valli) e in italiano (pubblicati sul Bollettino della Società di studi valdesi, sul Bollettino storico bibliografico subalpino e in un capitolo della storia di Villar Perosa).

La lunga vita gli ha consentito di completare la sua opera monumentale, Die Waldenser auf ihrem Weg aus dem Val Cluson durch die Schweiz nach Deutschland 1532–1820/30 (I valdesi sulla loro strada dal Val Chisone attraverso la Svizzera in Germania 1532-1820/30), che getta le fondamenta su cui le generazioni future di storici tedeschi potranno continuare la ricerca. Il primo volume è stato pubblicato nel 1980 con il titolo Reformation und Gegenreformation im Val Cluson 1532-1730 (Riforma e Controriforma nella Val Chisone 1532-1730). Il secondo volume, Vorübergehend nach Deutschland 1685-1698 (Transitoriamente in Germania 1685-1698), è apparso nel 1985 in occasione del tricentenario della revoca dell'editto di Nantes. Il terzo volume, Endgültig nach Deutschland 1532-1820/30 (Definitivamente in Germania 1532-1820/30), che ha visto la luce nel 1995, contiene una storia delle colonie valdesi tedesche. Il quarto volume edito nel 1997, Die Pfarrer der Waldenserkolonien in Deutschland. Die Pfarrer und ihre Gemeinden (I pastori delle colonie valdesi in Germania. I pastori e le loro comunità), contiene il "libro dei pastori". Il quinto volume, infine, costituito da 15 sotto-volumi, 4 supplementi e un indice completo, riporta con una meticolosità tutta tedesca le genealogie delle famiglie valdesi di ogni singola colonia, dalla fine del Seicento all’Ottocento.

Kiefner – ha scritto ancora Albert de Lange – si considerava in primo luogo un "ricercatore valdese". La sua passione era la ricerca di nuove fonti d’archivio e nei suoi libri presentava il materiale documentario e archivistico preferibilmente in ordine cronologico. Il suo obiettivo era offrire una base documentaria ordinata per la storia di ogni singola colonia tedesca valdese. Per questo non è stato mai interessato a interpretazioni storiografiche, era piuttosto un cronista di un popolo partito per l’esilio.

L’importanza dei suoi studi gli ha valso importanti riconoscimenti: è stato membro del comitato dell’Associazione dei valdesi tedeschi e di quello dell’Associazione degli ugonotti tedeschi; dal 1992 è divenuto socio a vita e membro del Comitato scientifico della Società di Studi Valdesi; e nel 1995 è stato nominato membro corrispondente estero della Deputazione Subalpina di Storia Patria di Torino.

Piercarlo Pazé